O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

venerdì 3 agosto 2012

[Come è andata??] A.V.M. - 1a Tappa [24/07/2012]


Ci siamo, quest’oggi supererò il mio personale limite di altitudine mai raggiunto, che è miseramente limitato ai 2909mt del Piz Duleda. Però, d’altra parte, non è nemmeno due anni che sono diventato “Mago”, e quindi più di così, finora, non ero riuscito ad andare. Dalle mie parti, grandi camminate ok, ma in quanto ad altitudini scarseggiamo, l’Alta Via del Mago è nata proprio anche per sanare una voglia di arrivare più in alto possibile, compatibilmente con le mie possibilità, senza strafare. Il Vioz rappresenta un buon banco di prova, perché non assolutamente impegnativo dal punto di vista sentieristico, ma con un dislivello e un’altezza (3645mt) di tutto rispetto, fondamentali per testare le proprie capacità e livello di allenamento.

h7.20, il Mago parte per il Vioz!
Veduta sui Piani del Vioz











La nottata è passata bene, era la prima volta che dormivo in un rifugio, in un sacco lenzuolo, e ad altitudini ben superiori alla mia abitudine. Nonostante tutto credo che un po’ di stanchezza generale abbia avuto la meglio su tutto, anche se alcuni incubi notturni mi hanno fatto compagnia (??). Dopo un’ottima colazione, esco fuori. Tutto intorno c’è inizialmente un generale silenzio, almeno finché non entrerà in funzione l’impianto di risalita che proviene dal rifugio Scoiattolo. Successivamente arrivano alcuni fuoristrada e pick-up, Mirko mi spiega che sulla Cima Linke, una piccola cima alla sinistra del Monte Vioz, recentemente sono stati rinvenuti dei resti bellici credo risalenti alla grande guerra, e che è in via d’allestimento una sorta di museo a cielo aperto. Quella mattina sono previsti alcuni voli di elicottero per il trasporto di materiale, dai Piani del Vioz alla Cima Linke. Mirko non mi sembra molto contento di questo, probabilmente l’andirivieni dell’elicottero può potenzialmente giocare contro l’affluenza e permanenza dei turisti giornalieri, almeno così mi viene da pensare. Gli dico che per il rientro dal Vioz, per variare il tragitto, avrei pensato a riscendere dal sentiero n.138, che poco prima del Dente del Vioz, devia calandosi nella Valle della Mite, ma Mirko me lo sconsiglia, perché non è oggetto di manutenzione da un bel po', e alcuni ripidi passaggi sono su canaloni molto ghiaiosi e friabili. Fa niente, farò lo stesso percorso dell'andata.


A sinistra il Dente del Vioz, a destra il Rifugio Mantova mi aspetta..
Ok, sono pronto, alle 7.20 parto, saluto Mirko che mi incita alla salita, e mi incammino lungo il sentiero per il Vioz. Quasi subito dopo la partenza, ecco l’arrivo dell’elicottero, che ovviamente riprendo. Salgo bene lungo il comodo sentiero, in poco tempo mi trovo al raccordo con il sentiero n.105 proveniente dalla Cima Vioz, e proseguo scollettando sul versante nord. La giornata è bellissima, completamente serena, un bel sole la fa da padrone. Le foto all’ancora lontano Rifugio Mantova, e all’elicottero che ogni tanto mi passa sulla testa, si sprecano. La colonna sonora di oggi che mi ronza in testa, tanto per rientrare nei miei gusti musicali più consoni, è Wah-Wah del mitico George Harrison! Intorno ai 2700mt, rendendomi conto che sto salendo anche troppo spedito, mi fermo per una pausa sopra un bel terrazzo roccioso, per alcune foto, si vede in questo caso già molto bene sia la diga che la Vedretta del Careser, altra croce e delizia di questa Alta Via del Mago, un appuntamento atteso con trepidazione.

MagoZichele indica la via per il Vioz..
L'ex Rifugio Mantova, ora Peio3000










Il sentiero non mi mette mai in difficoltà, da un lato ho la presunzione di sentirmi sufficientemente allenato per queste cose, dall’altro tengo bene a mente il fatto che probabilmente l’assaggio di oggi sarà niente rispetto a quello che troverò fra due giorni sulla via della Zufallspitzen, l’agognata Cima Cevedale. In un tempo relativamente breve raggiungo i 2910mt, da ora in avanti per me sarà tutta “terra inesplorata”… qualche foto simbolica del momento mi sembra inevitabile. Il sentiero ora si riporta sul versante sud della salita, le rocce cambiano improvvisamente colore, dal classico grigio chiaro-scuro, si passa ad un rosso più o meno ramato. In breve percorro gli altri 100mt di dislivello necessari per le prossime foto celebrative, quelle dove MagoZichele, per la prima volta, supera i 3000mt!!

MagoZichele a 2910mt immortala il suo ingresso verso terre inesplorate..

Dal basso vedo delle persone affacciate su un terrazzino di rocce, molto più in alto di me. Sono ben coperte, quindi mi viene naturale pensare che stanno scendendo, e non salendo; hanno sicuramente dormito questa notte al rifugio Mantova, per gustarsi stamani lo spettacolo dell’alba. Eccoli che li incontro, sono due ragazzi che mi sembrano anche gemelli data la somiglianza, insieme ad un signore decisamente in là con gli anni..beh..complimenti..




Superati per la prima volta i 3000mt, il Mago celebra l'evento!

Ancora alcuni passaggi, qualcuno delicato per definizione visto che ci sono delle funi d’acciaio per aiutarsi, ma che in realtà mi sembrano superflue, ed eccomi, a 3200mt, al cartello di legno che ci introduce al Brik, il famoso passaggio esposto attrezzato con funi permanenti, data la delicatezza del passaggio, molto spesso ghiacciato. Mi affaccio sul Brik e..è completamente libero!! Meglio così, in un attimo anche questo ostacolo è superato senza problemi. Poco dopo il Brik ecco un'altra coppia di ragazzi con degli zaini vistosamente pesanti, anche questi due mi sembrano uguali, ma quassù sono tutti gemelli o sarà l’altitudine che mi dà strane allucinazioni? Mentre scherzo dentro di me su queste considerazioni, sento che qualcosina adesso si comincia a sentire a livello di affanno, faccio caso al fatto che spesso mi ritrovo a respirare di bocca, quasi a voler istintivamente cercare più ossigeno. In realtà è una situazione che non mi crea nessun disagio particolare, anzi, l’unica mia preoccupazione adesso è il fatto che si sta alzando un po’ di vento che, a sprazzi, mi appiccica addosso la camicia inzuppata di sudore, dandomi dei brividi di freddo. Decido, intorno ai 3300mt, che è l’ora di una pausa ristoratrice e per un cambio di vestiti: perché non prendersela anche un po’ comoda, in fin dei conti? Sono qui per godermela, dopotutto..



L'arrivo al Brik e il suo superamento decisamente semplice quest'oggi

Esposto al sole, ma al riparo dal vento, mi cambio la camicia e indosso una maglia a maniche lunghe poco più pesante, poi metto su un po’ di crema solare sul viso, burro cacao, occhiali, cappello e guanti leggeri alle mani. Ecco, sì, adesso sto meglio. Mangio anche qualcosa, biscotti e barretta, sono quasi le 10 e non manca tanto al rifugio, ma ai languorini non so resistere. Quando sono pronto per ripartire, sento dei rumori di bastoncini poco più a valle di dove sono io, guardo sotto e vedo tre persone che stanno salendo come treni. Accipicchia, e pensare che a me sembrava di essere andato abbastanza forte! Va bene, dai, è gente che è abituata a queste cose molto più di quanto lo sia io. Sono lo stesso felice, quest’oggi il Mago sarà comunque il primo visitatore del Rifugio Mantova!










In pausa a 3300mt, bella visuale su Vedretta e Lago Careser, e poi, il Mago è di nuovo pronto!

Eccomi agli ultimi passaggi, la situazione meteo nel frattempo ha subito un cambiamento repentino, si formano in un batter d’occhio delle coltri nebbiose che cominciano ad avvolgere tutto, e il vento soffia sempre più teso. Mi aspettano, a poche decine di metri dal rifugio, anche dei passaggi su neve mezza ghiacciata, che supero con facilità nonostante un po’ di tensione per il fatto che me li sono trovati davanti all’improvviso..poi, in un attimo, eccomi al Rifugio Mantova! Sono le 10.12, sono salito, prendendomela anche (e giustamente) comoda, in 2h e 50min, in largo anticipo sulle 4 ore previste e riportate al cartello giù al Doss dei Gembri. Beh..un risultato di cui andarne davvero fiero, quest’oggi.

Passaggio finale prima della vetta
Entro subito dentro al rifugio perché fuori non è che sia uno spasso, la visuale ora è completamente annullata dalla nebbia che avvolge tutto, mi siedo ed ordino un the caldo, è la cosa migliore da fare per il momento. Prendo un po’ fiato (sono pur sempre a più di 3500mt) e comincio a scambiare due parole con i tre che vedevo salire velocemente. Sono in effetti arrivati pochi minuti dopo di me, e si tratta di 2 uomini e 1 donna, credo sulla sessantina, che, approfittando della passione per la montagna, sono qui oggi per lavoro, partecipando ai lavori del museo bellico sulla Cima Linke. Oggi infatti devono portare del materiale radio sul luogo. Sono di Trento, ma sono soliti fare salite come questa di gran passo, partecipando abitualmente a gare di fondo e raid. In particolare, uno di loro conosce le mie zone essendo stato in passato a Massa Marittima proprio per una gara. Ricevo comunque i loro complimenti per la mia Alta Via e per il fatto di affrontarla in solitaria.

Sull'orlo del baratro..
h11.20, il Mago è sulla vetta!!


Dopo la pausa al rifugio, inizio il tratto finale, gli ultimi 100mt di dislivello per raggiungere la vetta del Vioz. Adesso il sentiero è più roccioso, non è più comodo e scontato come quello fatto finora, ma nessun problema, almeno finché non raggiungo una piccola cresta nevosa, quasi alla fine, che da un lato passa proprio su uno scivolo di neve che dà sul nulla. Una foto da qui è irresistibilmente doverosa... Supero comunque bene anche questa prova finale e, alle 11.20 circa, vinto dall’emozione, tocco la colonnina metallica sulla vetta del Vioz, che viene così conquistato da MagoZichele!! Sono strafelice, non si vede nulla per via della nebbia e del vento, solo un accenno di visuale sull’alta Val della Mite e un suo breve tratto di ghiacciaio; la temperatura, tra l’altro, così come mi è stata comunicata al rifugio, è di circa -2°C, anche se non mi pare di sentirli davvero.


Sulla vetta del Vioz, abbarbicato alla colonnina, faccio un sacco di foto nel nulla e alcuni video, telefono ad Ale (incredibilmente a questa altitudine c’è segnale per il cellulare!) e l’emozione quasi mi provoca un pianto di felicità. Mentre sono al telefono con lei, una massa pelosa bianca mi sorprende alle spalle: è Aky, il cane samoiedo del rifugio, che mi raggiunge per darmi conforto (in realtà si è solo avvicinato a me mentre era di passaggio insieme a Mario, il gestore del rifugio, anche lui indaffarato dietro ai lavori sulla Cima Linke).

...E una è andata! Il Vioz è conquistato!!
Finita la telefonata e le foto, arriva come un missile la fame, comincio già ad immaginarmi con le gambe sotto al tavolino, col risultato di aumentare ancora l’appetito, allora decido di salutare il Vioz e riscendere al rifugio, facendo molta attenzione sui punti più esposti. Alla cresta nevosa, incontro due ragazzi in direzione opposta, che comunque mi danno la precedenza. Al rifugio, finalmente, consumo una buonissima zuppa d’orzo, e come secondo carne salada (è davvero buona) con fagioli (sarà un po’ troppo??..). Mentre pranzo penso che di materiale per il blog, al secondo giorno di questa Alta Via, ce n’è già parecchio.

Il passaggio delicato visto dalla vetta
Ritorno al Rifugio..











Fuori la situazione non sta affatto migliorando, anzi, il vento adesso mi sembra anche più teso..e se cominciasse anche a piovere? Solo adesso mi rendo conto della cavolata che ho fatto ad aver lasciato giù al rifugio la giacca impermeabile d’alpinismo (bello soodoooo..). Saldo quindi il conto, firmo il registro del rifugio, ed esco per fare due rapide foto prima della ripartenza. Nel frattempo, faccio conoscenza con Luca (41 anni) e Federico (27 anni), i due ragazzi che avevo incontrato mentre salivano e io scendevo dalla vetta. Sono di Brescia. Decidiamo di scendere insieme, loro devono rientrare a casa, io al Doss dei Gembri. Sono lo 13.00, saluto anche il rifugio Mantova e imbocco il sentiero fatto all’andata.



Dopo un bel pranzo, firma del registro, poi una foto al rifugio

Insieme ai due bresciani la discesa è rapida, la compagnia è davvero buona, Luca è un tipo davvero forte, energico, Federico un giovane con la passione della montagna e un sogno nel cassetto, trasferirsi in Alto Adige e lavorare in una segheria altoatesina. Da parte mia contribuisco al buonumore generale sfornando un po’ delle solite cazzate di circostanza. Per un bel po’ il meteo ci tiene in apprensione, sembra sempre sul punto di iniziare a piovere (se non qualche effettiva spruzzatina istantanea), e ogni volta che incontriamo qualcuno che sta salendo, dentro di me gli auguro di arrivare prima possibile. Durante una pausa, dei cocci di bottiglia rotta mi attirano irresistibilmente l’attenzione: la rimozione di rifiuti dal Vioz sarà la mia buona azione quotidiana!

La chiesina sferzata dal vento
Scesi al livello del Dente del Vioz, Luca e Fede fanno una deviazione, vogliono salire fin su la croce del Dente; per me invece la cosa non s’ha da fare, inutile rischiare passaggi non previsti, sapendo che dovrò camminare ancora per giorni. Loro intanto si avviano rapidamente in salita, e appena scollinato un tratto roccioso, riescono a vedere un camoscio, beati loro..

Da questo momento in poi, approfittando del fatto che la giornata sembra essersi ristabilita dal punto di vista meteo, comincio a scendere molto lentamente, gustandomi soprattutto la vista sulla Vedretta del Careser e sulle cime limitrofe; adesso, con la luce pomeridiana sul versante opposto rispetto a quella del mattino, è tutta un'altra cosa..

MagoZichele in posa "McCandless" di fronte al Rifugio Mantova
Mentre scendo, durante una pausa e una telefonata a mia madre, mi volto verso il Dente del Vioz e proprio in questo momento vedo sulla cima, di fianco alla croce, Luca e Federico, la loro deviazione ha avuto successo, sono sul dente! Ci scambiamo da lontano un cenno d’intesa col braccio, di loro due più che altro era Federico che spingeva per salirci, e via! Anche questo dente ce lo siamo cavato!! (battuta ripetuta più volte durante il nostro incontro). Eccomi infine nuovamente al Doss dei Gembri, sono le 15.05, in sole 2 ore sono risceso dal rifugio Mantova. All’arrivo, complice la bella giornata, trovo il Doss dei Gembri veramente affollato..neanche il tempo di pensarlo che una nuvola passeggera scarica un po’ di gocciole che provocano un quasi istantaneo ritiro della maggior parte delle persone presenti.



Luca e Federico salgono verso il Dente del Vioz, MagoZichele rientra invece al Doss dei Gembri alle 15.05

Una bella doccia, un po’ di consueto bucato, qualche telefonata o sms agli amici e colleghi di lavoro che un po’ fanno il tifo e un po’ sfottono (tipo “quanto l’hai pagata la funivia che ti ci ha portato??” _ Simone), ed ecco che anche Luca e Fede sono di rientro, e si sono fermati come promesso al rifugio per un saluto. Mi ha fatto molto piacere, da parte mia l’invito scontato a visitare il blog del Mago. Verso le 17 è l’ora di un bel the caldo, e di buttare giù un po’ di righe sul taccuino per meglio imprimere i ricordi della giornata, passata molto bene, nonostante la delusione, spesso frequente in montagna, di non aver goduto di un bel panorama dalla vetta del Vioz. Speravo soprattutto di vedere il tanto sospirato Cevedale..

Foto di gruppo con lo staff: da sinistra Mirko, le ragazze, e Giampietro

Il meteo, controllate le previsioni, per domani mette tempo decisamente buono, meno male perché la tappa di domani potrebbe complessivamente richiedere più tempo di quella di oggi, almeno sulla carta. Mi sento anche molto fresco mentalmente, il successo del Vioz mi ha dato nuove energie, nel tardo pomeriggio e anche durante il dopocena faccio meglio conoscenza con Mirko, raccontandoci a vicenda di noi stessi. Con il suo PC portatile, approfitto anche per dare una sbirciata al blog del Mago, tanto per farglielo vedere.. Il momento è anche propizio (non è ancora iniziato in tv N.C.I.S. eheh.. ) per invogliare tutto lo staff ad una foto ricordo da pubblicare sul blog.



Sorpresa finale: un bellissimo camoscio si lascia avvicinare e immortalare!

La sera, dopo un’altra spettacolare cena a base di tagliatelle ai funghi e bocconcini di cervo con patate, esco per un po’ a godermi la quiete dei piani del Vioz, e, incredibilmente, un altro camoscio brulica tranquillamente a 100mt dal rifugio. Stavolta l’esemplare è da solo, inizialmente scatto diverse foto da lontano zoomando al massimo, poi comincio quatto quatto ad avvicinarmi cercando di evitare il minimo rumore e standomene anche abbastanza accucciato per quanto sia possibile, in modo da essere almeno fuori dalla sua visuale. Gli arrivo molto vicino, intorno ai 50mt, quando si volta di scatto, mi osserva per una manciata di secondi, e in un attimo sale sul greppo adiacente e si riporta sul costone sudovest della Cima Vioz, in mezzo a un pendio sassoso. Stavolta però con la fotocamera ero più che pronto, e le foto e il video che riesco a fare, rendono un minimo di dignità a questo nobile abitante delle montagne. L’ultima, bellissima emozione di questa prima tappa dell’Alta Via del Mago. Orgoglioso, rientro nel rifugio per mostrare a Mirko le foto appena scattate, e poi mi ritiro in camera, pronto per l’indomani, quando rifarò visita alla Val Venezia dopo ben 10 anni..

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