O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

sabato 23 agosto 2014

AVM2014 - 2o Giorno

RANDA - TOPALIHUTTE

29 Luglio 2014

Km percorsi = 9,59
Dislivello + = 1205
Dislivello - = 1205


Per la descrizione dettagliata di ogni singola tappa si rimanda al sito ufficiale del Tour del Cervino

La strada fatta
La notte passa veloce anche perché la sveglia suona di primo mattino. Abbiamo ancora circa un'ora di auto prima di arrivare a Randa e iniziare il tour. Una notte molto piovosa e fredda, che a quote poco più alte ha ammantato tutto d'un sottile strato di neve.

Una nevicata notturna accompagna la nostra partenza dal Sempione
Una colazione semplice ma sostanziosa ci commiata dall'Hospice, prima di infilarsi nella pioggia svizzera che scende incessante. Un sacco di cantieri aperti e operai già a lavoro dilungano la discesa dal passo del Sempione, in molte gallerie sembra di essere in miniera anziché sulla strada. Scesi a Brig, tutto cambia e insperatamente si vedono nell'orizzonte della Vispertal delle nubi meno minacciose. Vuoi vedere che....
Si prosegue a rilento nella Mattertal, grossi semafori sembrano volerci far perdere tempo oltremisura. Il meteo in ogni caso ha promesso pioggia, e questi minuti di flebile sole sembrano davvero buttati via. Finalmente arriviamo a Randa e parcheggiamo velocemente l'auto. Una veloce ricontrollata agli zaini, le solite piccole aggiunte finali figlie dell'insicurezza, e partiamo alle 9.30, senza pioggia.
Randa alla partenza

Il sentiero è semplice da individuare ma la tempistica non lascia dubbi: per il rifugio Topalihutte ci vorranno 7h30min di cammino. E purtroppo impareremo ben presto che si tratta di tempi secchi, senza grosse pause di mezzo. La piccola traccia si inerpica da subito ripida e senza tregua. Partire così spediti e in ripida ascesa spezza subito le gambe. Per non sentire la fatica, a me basta canticchiare "Fall Dog Bombs The Moon" del grande Bowie e alzare lo sguardo per vedere le ultime propaggini del ghiacciaio del Bishorn penzolarmi sopra la testa.
L'affascinante lingua finale del ghiacciaio del Bishorn 
Ai 1800mt, già fatti circa 400mt di dislivello, mi fermo ad aspettare Lore e ne approfitto per fotografare la prima marmotta svizzera. Mi raggiunge piegato in due e scuotendo il capo. Cosi non va, mi dice. È troppo dura. Sento scricchiolare qualcosa nelle nostre certezze, nei nostri entusiasmi. Possibile? Abbiamo appena iniziato. Gli suggerisco di togliersi un po d'indumenti di dosso e di regolare lo zaino per meglio distribuire il peso che comunque, e forse me ne rendo davvero conto, è troppo alto. Di fatto non sappiamo neanche più quale sia il peso "ufficiale", e questo rimarrà un errore madornale.
La prima marmotta svizzera!
Randa a 1800mt 
Proseguiamo l'incessante salita guadando un paio di torrenti piuttosto gonfi d'acqua, e inaspettatamente, nonostante le cure dedicategli e l'utilizzo parsimonioso degli ultimi tempi, sento che i miei scarponi non trattengono bene l'acqua.
Si supera con difficoltà alcuni torrenti insidiosi
Dopo altri 400mt di salita, già indossati giacca e sovrapantaloni per la pioggia che nel frattempo ricomincia a scendere, siamo ad un punto panoramico a 2350mt circa. Lorenzo arriva e molto rammaricato mi dice di non farcela davvero più, di voler tornare indietro e prendere un treno per casa! Pazzesco! È evidente che si è fatto prendere troppo dallo sconforto, non deve reagire così anche perché deve essere un tour piacevole e non un sacrificio immane.
Randa a 2100mt. Sulla sinistra, le creste che introducono al Dom e al Taschorn
Minimizzo le sue intenzioni ignorando i suoi crampi, e gli faccio presente che per un bel po' andremo a mezza costa e potremo relativamente rifiatare. Si riparte quindi a mezza costa e, causa nebbie, senza la possibilità di osservare la corona dei 4000 che, di fronte a noi, ci separano dalla Saastal.

Il tumultuoso torrente Rosszugji, dalle acque spumeggianti color mattone per via delle piogge, viene superato velocemente tramite un ponticello di legno, ma la spinta dell'acqua che si avverte mette i brividi.

Si scende quindi a trovare un secondo guado attrezzato con una fune fissa. E qui, le nostre poche e già infrante certezze, vanno a schiantarsi definitivamente. Troppo rischioso, anche usando la fune, tentare di vincere la forza dell'acqua che spinge giù per il ripido dirupo. Non si deve rischiare inutilmente. Ci prova comunque il Mago a passare. Ma è solo per inutile orgoglio; l'acqua ha qui una forza davvero possente. Sono le 13, non rimane che fare la scelta più saggia, tornare indietro fino al punto di partenza, non essendoci varianti di percorso. Una scelta molto dolorosa ma dettata dalle circostanze. E poi è inutile negarcelo, con questi pesi sulle spalle saremmo andati ben poco lontano; e non posso trascinare Lorenzo in avventure   non previste e troppo rischiose. Facciamo solo una sosta durante il ritorno, per mangiare velocemente qualcosa. I miei scarponi hanno preso tanta di quell'acqua, soprattutto in occasione dei guadi, da sentirmi le calze completamente inzuppate. C'è poco da disperarsi, bisogna fare velocemente un punto zero e organizzarci per i prossimi giorni.
Una veloce pausa pranzo sotto l'acqua durante la "ritirata"
Un'aria mesta accoglie il nostro ritorno a Randa, che ora più che mai ci appare silenziosa e lugubre in questa giornata piovosa. Nel parcheggio sotterraneo ci diamo una sistemata e quindi discendiamo in auto la Mattertal fino a St.Niklaus. Lì finalmente la gentile addetta dell'ufficio turistico ci ridà morale, confermandoci l'apertura dell'impianto di risalita per Jungu, da dove l'indomani proseguiremo il cammino direttamente iniziando con l'originale terza tappa, da Jungu a Gruben.

Per la sera, ci consiglia l'ottimo hotel La Reserve dove rinfrancarsi con un'abbondante cena.
Insolita art déco a St.Niklaus
Si decide quindi di alleggerire il più possibile gli zaini, rinunciando all'attrezzatura da ghiaccio e automaticamente all'attraversamento del ghiacciaio di Arolla, previsto dopo quattro giorni. Ripeto, una scelta dettata dalle mutate condizioni purtroppo imprevedibili. Lorenzo continua ogni tanto a scusarsi e rammaricarsi, ma non c'è nulla di cui debba sentirsi colpevole. La montagna abbiamo deciso di affrontarla insieme quest'anno. Ogni cosa che succede dalla partenza in poi, è tutto di guadagnato. Una filosofia, questa, che mi risentirò dire quasi a fine tour, da un grande personaggio conosciuto al Rifugio Guide del Cervino.

Nella grande stanza del nostro albergo, i vestiti sono ancora ad asciugare quando ci corichiamo, pronti l'indomani per un nuovo e definitivo ciak!
- MagoZichele -

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